Giuseppe Ungaretti
VITA
Giuseppe Ungaretti nacque nel 1888 ad Alessandria d’Egitto (dove pochi anni prima era nato anche Marinetti), da genitori lucchesi: il padre, che lavorava come operaio al canale di Suez, morì quando il poeta aveva 2 anni, e la madre continuò a gestire un forno alla periferia della città, ai confini col deserto.. il soggiorno africano durò fino al 1912 e lasciò a Ungaretti un patrimonio di ricordi esotici- la balia sudanese, la varietà cosmopolita del suo quartiere,…
Dopo aver compiuti gli studi medi in Egitto, nel 1912, U. si trasferì a Parigi, dove studiò per due anni alla Sorbona, seguendo tra l’altro le lezioni del filosofo Bergson, senza tuttavia laurearsi. Intanto frequentava i maggiori esponenti delle avanguardie: per esempio Picasso, Palazzeschi, Marinetti, Boccioni,.. gli anni di Parigi furono turbati dalla morte dell’amico Sceab, che si era trasferito con lui dall’Egitto a Parigi.
Nel 1914, allo scoppio della guerra, passò dalla Francia all’Italia, dove parteggiò alla campagna interventista e infine si arruolò volontario, combattendo poi sul Carso e nel 1917 in Francia, sul fronte della Champagne.
Dal 1918 al 1921 visse ancora a Parigi lavorando presso l’ambasciata italiana e scrivendo corrispondenze per il “Popolo d’Italia” (il giornale di Mussolini); qui sposò Jeanne Dupoix con la quale si trasferì a Roma impiegandosi al ministero degli esteri, scrisse per la gazzetta del popolo.
Nel 1936 accettò l’incarico di insegnare letteratura italiana all’università di San Paolo in Brasile, dove rimase fino al 1942 (qui nel 39 fu colpito dalla morte del figlio).
Rientrato in Italia fu eletto Accademico d’Italia (la sua adesione la fascismo era stata tempestiva e senza ripensamenti), ed ebbe la cattedra di letteratura italiana a Roma. Dopo una vecchiaia attivissima, nella quale Ungaretti recitava volentieri la parte di protagonista e simbolo enfatico del poeta, mori a Milano nel 1970.
OPERE
1915-16 Il Porto Sepolto (primo nucleo della raccolta Allegria di Naufragi)
1919 Allegria di Naufragi
1923 Porto Sepolto- nuova edizione
1931-1942 L’Allegria
1933 Sentimento del Tempo
1947 Il Dolore
1950 La Terra Promessa
1952 Un Grido - Paesaggi
1960 Il Taccuino del Vecchio
1969-74 Vita di un uomo
Operò numerose traduzioni
LA GUERRA E LA RISCOPERTA DELLA PAROLA POETICA ESSENZIALE
L’esordio poetico di U. rivela un duplice retroterra culturale: crepuscolari e futuristi da un lato, dall’altro i francesi, in particolare Rimbaud e Apollinaire, con il quale condivide la concezione della vita come vagabondaggio alla ricerca di una quiete dell’animo. Ma già si intuisce quella riflessione sul valore della parola che lo porterà alla novità rivoluzionaria dell’allegria.
U. sente l’esigenza, variamente condivisa da simbolisti, crepuscolari, futuristi, di cercare uno strumento espressivo originale e non tradizionale, ma non si avventura sulla strada dello sperimentalismo trasgressivo e della parodia. Egli ritiene invece che la parola poetica debba solo essere ritrovata per riacquistare il suo valore essenziale; la realizzazione di questo ideale è favorita dal suo incontro con una vicenda storica particolarmente traumatica: la prima guerra mondiale, vissuta in prima persona dal poeta-soldato e raccontata nell’Allegria (ha una struttura diaristica: ogni poesia è legata a un’occasione e reca luogo e data di composizione).
Nella guerra, l’uomo è posto di fronte a situazioni, esigenze e sentimenti elementari, e sente la presenza costante della morte: nonostante questo, e forse per questo, riesce ad attaccarsi a un insperato e disperato vitalismo, a compiere una riscoperta primordiale dell’innocenza e della natura
Il fatto di condividere con gli altri soldati una esistenza ‘al grado minimo’ e il costante pericolo di morte comporta un sentimento di “fratellanza”: tema sul quale la poesia dell’Allegria insiste molto.
Una condizione esistenziale così scarnificata, essenziale come le pietre del Carso che fanno da sfondo agli eventi bellici, non può trovare espressione che in una lingua altrettanto essenziale e in una metrica frantumata, fatta di ‘versicoli’, che spesso coincidono con una sola parola. L’adozione di versi brevissimi ha importanti conseguenze: nella pagina lo spazio bianco diventa dominante, quasi a sottolineare l’importanza delle pause e quindi il fortissimo rilievo delle poche parole che interrompono il silenzio; acquistano nuovo significato anche le parole semanticamente poco rilevanti - articoli, congiunzioni,.. la sintassi è scardinata dall’eliminazione di nessi logici e dall’abolizione della punteggiatura (ripresa dai futuristi): la poesia procede per accostamento di frammenti ed immagini, per analogie. Tutto contribuisce a dare alla parola il massimo rilievo e un valore quasi magico di rivelazione. Questo stile può essere visto come necessario per dare alla poesia un senso di sacralità sottratto alla causalità della storia.
Non bisogna quindi pensare che la poesia di U. sia facile, poiché siamo di fronte ad una realtà studiata e calibrata con la reinvenzione della parola poetica, privata di corredi descrittivi e narrativi.
La frantumazione metrica è un fenomeno di grande portata e novità, anche se va notato che la pausa versale coincide sempre con una pausa sintattica, così da rendere meno forte la frantumazione metrica e meno percettibile la mancanza di punteggiatura ( tanto + che l’uso delle maiuscole consente di individuare gli impliciti punti fermi). Inoltre spesso, riunendo 2 o + versicoli consecutivi, è possibile ricomporre la misura di un verso tradizionale.
IL RITORNO AL CANTO E L’ANALOGISMO ERMETICO
Negli anni del dopoguerra la poesia ungarettiana sembra adeguarsi al nuovo clima culturale dominato da nuove tendenze ideologiche e dal fascismo. La parola reinventata di U. nell’Allegria viene immessa nella tradizione letteraria. U. recupera, nel Sentimento del Tempo, quindi quei versi tradizionali, rinunciando alla frantumazione in versicoli e li organizza in strofe costruite su una sintassi che può anche essere molto complessa con inversioni e subordinate; è ripristinata la punteggiatura. La parola è quindi nuovamente reinserita in un discorso con una struttura metrica e sintattica, con un lessico + alto, preferibilmente con autorizzazione letteraria.
Altre importanti differenze tra l’Allegria e il Sentimento del Tempo sono:
nell’A. si privilegia la prima persona del presente indicativo - a marcare un’esperienza attuale e vissuta in 1^ persona- in S domina l’indicativo imperfetto, con valore evocativo;
la tendenza all’analogia tramite il come lascia il posto all’analogia implicita
alla lapidarietà degli enunciati subentra una tendenza allo sfumato, al non finito
sarà proprio la grammatica di questo 2° U. da fare da base all’ERMETISMO. Al Sentimento del Tempo gli ermetici guarderanno come al vero libro guida, per il suo linguaggio alto e prezioso e per la sua ricerca di analogie complicate, singolari, elittiche e criptiche. La parola isolata e ben rilevata permane e si accentua la ricerca di una poesia pura, assoluta, lontana dal descrittivismo e dalla discorsività.
I temi fondamentali, il dolore e il mistero dell’esistenza, non sono più proiettati sullo sfondo brullo e desolato del Carso, ma sono calati in una Roma carica di memorie storiche o nella campagna romana. L’aattenzione non è più sul poeta sodato U., che condivide con altri uomini l’esperienza bellica, ma si sposta su un piano atemporale, più astratto, concentrandosi sul sentimento del tempo - il mutare delle stagioni e il cammino della storia.
La produzione successiva oscilla fra il ritorno al diario ne Il Dolore-morte del figlio- e il proseguimento del cammino intrpreso col Sentimento del Tempo.