Dante - Divina Commedia - Paradiso - Canto 33

CANTO TRENTATRE'

1-39. ORAZIONE DI S.BERNARDO ALLA VERGINE. Con ardente affetto S.Bernardo innalza alla Vergine un inno di lode, esaltandola come la più alta tra le creature, destinata ab aeterno ad essere madre di Gesù. Essa è “face di caritate” nel cielo e “fontana di speranza” sulla terra; la sua misericordia è così grande che soccorre gli uomini prima ancora di essere pregata. All’inno di lode S.Bernardo fa seguire la preghiera di intercedere presso Dio per Dante affinché questi possa alzare lo sguardo fino a Lui, e infine invoca la protezione della Vergine finche il poeta resterà ancora sulla terra. Alla preghiera di S.Bernardo tutti i beati e Beatrice si associano.

40-45. INTERCESSIONE DI MARIA. Maria ha tenuto sinora fissi i suoi occhi in quelli di S.Bernardo, segno che la preghiera le è tornata gradita. Poi rivolge lo sguardo a Dio per intercedere a favore del poeta.

46-75. DANTE FISSA LO SGUARDO NEL LUME DIVINO. INSUFFICIENZA DEL RICORDO E INVOCAZIONE A DIO PER OTTENERNE L’AIUTO. Dante sente che il suo ardore sta raggiungendo il culmine della sua intensità. S.Bernardo, con un sorriso, gli fa cenno di guardare in alto, ma il poeta l’ha già fatto senza attendere esortazioni; il suo sguardo cerca di penetrare nella luce divina. A questo punto il poeta confessa che, ciò che ha visto, va tanto al di là delle possibilità umane, che è costretto a rinunciare di descriverlo. Anche se la visione è dileguata, il poeta nel momento della narrazione, sente ancora in sé la dolcezza provata e invoca Dio affinchè gli conceda di lasciare ai posteri anche solo una pallida immagine di ciò che ha veduto.


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