Dante - Divina Commedia - Paradiso - Canto 30

CANTO TRENTESIMO

1-33. SPARIZIONE DEI CORI ANGELICI E NUOVA BELLEZZA DI BEATRICE. Dalla vista di Dante scompaiono a poco a poco i nove cerchi e il punto luminosissimo, per cui il poeta ritorna con lo sguardo a Beatrice. Ma la bellezza di lei è così sovrumana, che il poeta dichiara la sua impotenza a descriverla: da quando la vide la prima volta fino ad ora le parole sono state sufficienti a rappresentarla: ora è costretto a rinunciarvi: forse solo Dio può goderla appieno.

34-81. ARRIVO ALL’EMPIREO: IL FIUME DI LUCE. Beatrice annuncia a Dante che sono ormai saliti all’Empireo, in cui gli sarà concesso di contemplare l’una e l’altra milizia del Paradiso, cioè gli angeli e i beati e questi con l’aspetto che avranno dopo il giudizio universale, quando cioè rivestiranno i loro corpi. Appena Beatrice ha terminato di parlare, Dante viene abbagliato da una luce vivissima e la sua guida gli spiega che questo è il modo con cui l’Empireo accoglie chi vi entra, per prepararlo alle sovrumane visioni di quel cielo. Dante infatti, sente che la sua forza visiva si è accresciuta e scorge un fiume di luce, che scorre tra due rive coperte di fiori, mentre una miriade di faville va e viene dai fiori al fiume. Beatrice lo esorta a fissare bene lo sguardo nel fiume, avvisandolo però che ciò che vede è solo un adombramento del vero.


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