Surrealismo e inconscio
Nel 1922 si va esaurendo la corrente dadaista, ma dalle idee del gruppo seminate ovunque si sviluppa a Parigi con Breton il movimento surrealista. Nel Manifesto pubblicato nel 1924 Breton riprende e seleziona alcune idee rivoluzionarie del dadaismo, organizzandole in modo teorico. I surrealisti auspicano negli addetti al settore uno stato di veggenza, condizione indispensabile per lo sviluppo dell’immaginazione. In questo contesto vengono avviate le prime ricerche intorno ai meccanismi del sogno e ai metodi della “scrittura automatica”, una nuova tecnica di scrittura che traduce ciò che emerge dall’inconscio, le analogie, le associazioni di idee, tutto ciò che non è strutturato secondo i nessi razionali di tempo, di causa-effetto, ecc. La compenetrazione di sogno e realtà determina lo spazio assoluto della cosiddetta “surrealtà”: una definizione con la quale si tenta di affermare la totalità dell’essere. Essere pittori surrealisti significa affidarsi totalmente alla forza visionaria delle immagini, che possono assumere aspetti non specificatamente figurativi e caratteri visionari. Importante artista surrealista fu Max Ernst, che precedentemente aveva partecipato alle attività dadaiste. L’arte di questo artista ha un carattere complesso e sperimentale, che si manifesta attraverso un linguaggio ricco di nuovi procedimenti tecnici e di imprevedibili equilibri mentali. Altro artista importante fu René Magritte, che condusse una ricerca sistematica di un pensiero reso per immagini, che costituisce lo spazio teorico e creativo. Partendo dalla convinzione che il significato del mondo è impenetrabile, egli concepisce la pittura come strumento di evocazione del mistero, indaga quegli aspetti familiari del mistero presenti nella realtà quotidiana, nel modo abituale di osservare le cose per poter trovare anche rapporti segreti ed invisibili. È fondamentale nella sua pittura il principio della riconoscibilità: nelle sue opere appaiono cieli, persone ed oggetti uniti però da nuovi legami che non corrispondono alla convenzione, ma ad un ordine nuovo delle cose.