Neomedioevalismo

Neomedioevalismo in architettura e nelle arti applicate

Nel 1855 viene pubblicato in Inghilterra un manuale in cui venivano illustrati elementi architettonici e decorativi appartenenti a varie epoche artistiche che potevano essere presi come modelli. Per la realizzazione di una banca poteva essere preso a modello lo stile ellenistico, per gli edifici religiosi il gotico, il Cinquecento ed il Rinascimento a ville e palazzi. Per l’artista John Ruskin lo stile per eccellenza è costituito dal gotico. A suo giudizio dopo aver visitato e vissuto a Venezia affermò che la città dimostrava il massimo grado di organicità raggiunto dall’arte medioevale europea, dal XIV al XV secolo. In essa architettura e decorazione si fondevano in un unico ed organico, cosa che avveniva anche tra le arti maggiori e le minori. Il Cinquecento, invece, con il ritorno ad elementi classici, dà inizio alla decadenza o al periodo “dominato dall’artificio”. Il Gothic Revival diventa un riferimento per rinnovare l’architettura e per opporsi all’eclettismo che andava proponendo le scelte precedentemente indicate. In questo periodo gli edifici gotici francesi e tedeschi diventano oggetto di studio per consentire la stesura di una specie di grammatica costituita da materiali costruttivi e regole per il disegno di nuove progettazioni.

Viollet-le-Duc restauratore

Vissuto in Francia dal 1814 al 1879 creò le basi teoriche e tecniche del medioevalismo. È conosciuto soprattutto come restauratore che si occupò quasi esclusivamente di monumenti francesi medioevali. Il suo compito era di conservare e riportare all’antico splendore il monumento e quindi oltre a tecnico doveva anche essere uno studioso delle arti del passato. I suoi restauri più importanti furono la Chiesa di Nôtre-Dame di Parigi, l’Abbazia di Saint-Denis, la Cattedrale di Reims. Nel ripristinare gli edifici il teorico della scienza del restauro ricerca la purezza strutturale, di natura storico-filologica. Tutto ciò che non è medioevale viene eliminato, le parti mancanti sono invece ricostruite secondo i modelli originali oppure sulla base di deduzioni e confronti.

Movimento Arts & Crafts

Il cantiere della cattedrale, la bottega dell’artigiano apparivano alla cultura dell’Ottocento come il modello contrapposto e ideale all’organizzazione della fabbrica, era un modello in cui non esistevano divisioni del lavoro, separazioni tra ideazione ed esecuzione, ma tutto veniva realizzato in un clima di operosa collaborazione. Partendo da queste motivazioni William Morris assume oltre ai modelli artistici anche l’organizzazione produttiva medioevale e si dedica con grande impegno alla rinascita dell’artigianato artistico. Nel 1861 fonda una società allo scopo di riunificate l’architettura alle arti minori, dando una giusta collocazione all’artista nelle arti applicate. L’attività svolta comprende: decorazioni murali, vetrate, sculture, stoffe d’arredamento e tutto ciò che può servire alla decorazione, il tutto rigorosamente realizzato a mano. Nel 1871, in accordo con un gruppo di preraffaeliti, decide di insediare una comunità di artisti e artigiani in un complesso medioevale, in cui tutti i valori negati dalla civiltà industriale potevano coesistere in perfetta armonia.


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