Neoclassicismo - Piranesi - Mengs e Winckelmann - Jacques-Louis David - Antonio Canova
E’ una corrente artistica che si sviluppa in tutta Europa coinvolgendo tutti i settori della produzione dalle arti maggiori fino all’arredo e alla moda. Molti sono gli spunti ai quali fanno riferimento gli artisti del tempo, ma non assumono mai modelli in assoluto. I modelli vengono assunti dal mondo greco e romano che possono essere mescolati con elementi egizi, etruschi o di altre civiltà remote. Questa tendenza favorì uno studio e una crescente ammirazione verso le fasi più arcaiche e primitive dell’arte: si passa dal Dorico dei templi di Paestum allo studio della pittura vascolare. Vengono inoltre apprezzati gradualmente i modelli d’arte medioevale e del primo Rinascimento. Al gusto del primitivo si lega il concetto di sublime che sta alla base dell’estetica pre-romantica e si identifica con ciò che agisce sul sentimento, che colpisce e che comunque ed in genere è accompagnato da impressioni di grandezza e forza, orrore, dolore e pericolo. Contemporaneamente si diffuse il termine “pittoresco” (ciò che è proprio della pittura e dei pittori) per indicare scenari naturali interessanti per spontaneità e immediatezza e per definire caratteristiche compositive della natura ordinata, dei giardini, dei resti e delle rovine di edifici gotici e dei tempietti situati in aperta campagna. Le qualità del pittoresco si possono riscontrare in: variazioni improvvise, forme irregolari, ricchezza di colore in natura, diversa distribuzione di luce ed ombra. Nel ‘700 l’interesse per l’antico si carica di tensione e fervore con la resurrezione di Ercolano e Pompei, due città che diventano centro delle scoperte archeologiche settecentesche. L’attività archeologica prese consistenza in questo periodo anche in Toscana, in Sicilia, a Roma, in Grecia e nell’Asia Minore. L’entusiasmo per l’antico viene configurandosi in una molteplicità di aspetti:1 L’intensificarsi delle campagne di scavo. 2 Assidua visitazione delle memorie del passato. 3 Fioritura del mercato e del collezionismo d’antiquariato. Si introducono inoltre la catalogazione dei materiali e vengono istituiti nuovi organismi per la tutela del patrimonio artistico. Diventano fondamentali per la conoscenza e lo studio dell’antico le lettere, i resoconti, le memorie dei viaggiatori, le raccolte degli incisori, i disegni tratti dai referti divulgati a livello internazionale attraverso pubblicazioni. La pubblicazione sui giornali delle campagne di scavo incidevano profondamente sulla mentalità collettiva sugli aspetti del costume e della moda. La rivalutazione dell’antico venne anche dalla conoscenza degli oggetti d’uso anche quotidiano del mondo antico che affioravano dagli scavi. Un viaggio in Italia era fra gli eruditi e gli artisti il modo migliore per ritrovare l’antico e lo spirito antico. Questi viaggi generalmente includevano Napoli (con Ercolano e Pompei), la Sicilia e Roma che forniva prevalentemente modelli neoclassici. L’arte in questo periodo aveva il compito di assumere finalità educative allo scopo di coinvolgere maggiormente il pubblico ai grandi valori civili. All’interno del neoclassicismo convivono due correnti: una legata all’ideologia rivoluzionaria, l’altra più morbida velata di edonismo. Per l’architettura si proponevano: per gli edifici sia pubblici che privati l’abolizione di elementi decorativi e l’adozione invece di semplici schemi; per la città si auspicava un progetto razionale, prestando attenzione alle strutture quali mercati, ospedali, magazzini, prigioni, strade e piazze. Un’importanza sempre maggiore assunse il problema urbanistico anche in relazione alla crescita vertiginosa della città e alla rivoluzione industriale.
Giovan Battista Piranesi
Il veneziano Giovan Battista Piranesi, dopo aver studiato architettura con il padre, si trasferì a Roma, dove si specializzò in maniera più attenta all’incisione. Nella contestazione tra grecisti e romanisti il Piranesi sostenne una rivalutazione in chiave romana, o comunque italica. Con le sue vedute di Paestum, dei templi d’ordine dorico, contribuì alla diffusione in Europa del gusto di questo stile considerato austero e grandioso. Le sue vedute di antichità romane si caricano di un atteggiamento visionario, alterando le dimensioni reali, scegliendo inquadrature ricche di effetti chiaroscurali che ne accentuano la vastità. Le figure umane appaiono piccolissime davanti alla grandezza dei ruderi come importanza storica. Unico suo progetto realizzato è la chiesa di Santa Maria del Priorato a Roma, in cui ribadisce i caratteri distintivi del linguaggio dell’artista; sulla facciata i rilievi sembrano porsi come un insieme di frammenti dell’antico, liberamente ricomposti dall’artista.
Mengs e Winckelmann
Le incisioni molto diffuse del Piranesi forniscono preziosi spunti a molti architetti e decoratori europei della fine del ‘700. Due furono gli studiosi che teorizzarono e spinsero gli artisti del tempo all’utilizzo di elementi del passato: Mengs e Winckelmann. Il primo tracciava un percorso artistico ideale che andava dell’Atene aurea di Fidia attraverso momenti particolarmente significativi della tradizione italiana al nuovo classicismo del suo tempo e di cui lui si sentiva interprete. Il secondo identificava i propri modelli ideali nelle opere di Fidia, Prassitele e degli imitatori romani.
Jacques-Louis David
Dopo aver acquisito le prime conoscenze presso i laboratori di due grandi artisti del suo tempo, frequentò i corsi dell’accademia dove ottenne l’ambitissimo premio di Roma e nel 1755 partì per l’Italia, dove stazionò per 5 anni scoprendo progressivamente l’arte italiana, rimanendo particolarmente attratto dall’uso della luce di Caravaggio. A Roma forse concluse la sua formazione teorica con la lettura degli scritti di Mengs e Winckelmann. Uno dei frutti dell’esperienza romana fu Belisario riconosciuto in cui emergono anche elementi nuovi: 1 L’impaginazione compositiva viene realizzata da un incrocio di verticali e orizzontali. 2 La concentrazione su elementi essenziali per una chiara comprensione. L’opera è un esempio morale in cui tutto deve essere inquadrato e definito: Belisario, vecchio generale cieco e in disgrazia, viene riconosciuto da un soldato che aveva militato ai suoi ordini, mentre riceve l’elemosina da una passante; la rappresentazioni ci fa così meditare sulla caducità della gloria e sulla forza morale anche nelle avversità. Il Giuramento degli Orazi (1784-1785). Dipinto eseguito su commissione reale in cui l’artista dimostra di aver compiuto una sintesi di forma e contenuto, resa in una grande immagine. Gli Orazi sembrano incarnare gli ideali liberali e democratici che avrebbero subito dopo animato i grandi rivoluzionari. L’opera è divisa in 3 nuclei, collegati tra loro dagli archi collocati in un porticato, in cui sono presenti i fratelli, il padre e le donne. Il dolore del dramma vissuto è rappresentato intensamente, ma i personaggi lo affrontano con grande controllo e dignità. La luce che colpisce i fratelli e serve a rafforzare la dignità e l’atto di coraggio in onore della patria è l’accorgimento tecnico imparato dalla lettura delle opere del Caravaggio. Marat assassinato. In questo dipinto l’artista ferma sulla tela un fatto d’attualità: la morte del tribuno assassinato a tradimento. Anche in quest’opera si può notare l’ascendenza caravaggiesca nell’uso della luce per rivelare le cose nella loro cruda realtà e che risaltano nel vuoto buio del fondo che pone in maggior rilievo il cadavere. Con l’avvento di Napoleone il David ne divenne il pittore ufficiale contribuendo a diffonderne in Europa l’immagine attraverso i suoi dipinti celebrativi. Una di queste opere è Bonaparte che valica il Gran San Bernardo. Napoleone viene rappresentato in un atteggiamento eroico e idealizzato. Celebra un grande personaggio anche a livello storico, paragonandolo ai grandi condottieri del passato, i cui nomi sono incisi nella roccia: Annibale e Carlo Magno. Altra opera celebrativa è la Consacrazione di Napoleone (1805-1807). In quest’opera l’artista rappresenta fedelmente la cerimonia, curando anche la verosimiglianza dei personaggi, sia nelle fisionomie che nell’abbigliamento. La coreografia è grandiosa, sia per l’imponenza che per i colori della scena: il classico a cui l’artista fa riferimento in quest’opera è solo a livello di forme, di riti e di decorazione e non più, come nelle opere precedenti, alle virtù civili.
Antonio Canova
Veneto di origine, ebbe la sua prima formazione in botteghe artigianali come apprendista scultore in Asolo e a Venezia, ed in quest’ultima ebbe modo di vedere opere d’arte antiche. L’artista non fu impegnato politicamente in quanto il suo unico scopo era l’arte che secondo il suo modo di pensare doveva essere autonoma e non intaccata di ideologie di alcun tipo. Il suo prestigio a carattere europeo e la sua diplomazia gli permisero di poter rimanere estraneo a qualsiasi evento e di poter lavorare contemporaneamente su svariate committenze anche se fra le stesse ci fossero state lotte in corso. Nel 1779 l’artista si recò a Roma dove studiò più approfonditamente l’antico, Continuando poi la sua ricerca a Napoli, Pompei e Paestum. La sua prima opera romana in cui è presente il suo spiccato orientamento verso il classico è Teseo sul Minotauro (1781-83) in cui Teseo è visto dopo la vittoria, in un momento di riposo, seduto sulle spoglie del nemico. L’eroe visto nella sua perfetta bellezza, simboleggia la supremazia dell’intelligenza e del coraggio dimostrato dall’uomo sulla bestia, rappresentata dal Minotauro. Monumento a Clemente XIV, Roma (1783-87). Gli elementi che costituiscono il monumento funebre sono precisi e sobri, in quanto rappresentano umiltà e temperanza, ed in silenzio compiangono con dolore profondo per la morte del papa. Nel Monumento funerario di Maria Cristina d’Austria(1798-1805) l’artista interpreta il tema della morte e del sepolcro ricorrente nella poetica neoclassica in modo del tutto particolare: sostituisce con un medaglione la statua-ritratto della defunta e dà al sacrario una forma piramidale. Verso la porta buia in essa aperta lentamente procede un corteo di persone; un lieve tappeto disteso sui gradini collega le figure dell’esterno con l’interno della tomba. In questo monumento funebre troviamo il motivo pagano della processione funebre e il motivo della memoria consolatrice che lega il defunto ai vivi attraverso gli affetti.