Espressionismo

La rappresentazione attraverso il colore: l’espressionismo

Il primo gruppo che emerge in Europa con caratteristiche espressioniste è quello francese dei fauves, che espose a Parigi nel 1905. Gli artisti usano il colore come fosse dinamite, rifiutano le leggi prospettive, la rappresentazione del volume attraverso il chiaroscuro tradizionale e non vedono la natura come luogo di felicità. Nelle loro opere il segno è denso e costruttivo, marcato ed indocile e, pur rifacendosi agli artisti puntinismi, sostituiscono al punto un segmento che accentua il movimento nella composizione. Sempre nello stesso anno, a Dresda, si formò il gruppo Die Brücke (il ponte), nome scelto in quanto gli artisti tendevano a creare un legame fra tutti i fermenti anti-impressionisti europei. I pittori tedeschi rivelarono nelle loro opere d’essere ancora romantici rivelando contenuti di tragicità e misticismo. Prestarono molta attenzione alle tecniche grafiche e tra esse scelsero la xilografia per i forti contrasti che creava fra luce ed ombra e anche perché apparteneva alla tradizione popolare. Le opere di questi artisti avevano un linguaggio che tendeva ad accentuare il valore emotivo della comunicazione.

Il movimento dei fauves in Francia

Gli artisti appartenenti a tale gruppo si distinguevano per avere caratteristiche comuni quali, ad esempio: rifiuto della spazialità classica, rifiuto dei valori cromatici, armonici, esaltazione del colore ottenuto usando toni puri, distacco dal naturalismo e dalla sensibilità alla luce tipica degli impressionisti. Il fauvismo nasce dall’incontro di diverse tendenze, a volte anche opposte, quali: il neo-impressionismo, la pittura di Cézanne, di Gauguin e di Van Gogh. Fra gli artisti emerge Matisse, che si formò copiando i grandi maestri francesi ed olandesi le cui opere di trovavano al museo del Louvre. Nelle opere usa il colore in modo omogeneo e corposo, senza ombra né profondità, i cui toni sono accesi e solari, ottenendo generalmente un effetto di felicità e di equilibrio. Altra personalità emergente fu Braque che, terminata l’esperienza fauvista, assieme a Ricasso fondò il movimento cubista.

Die Brücke, un ponte tra presente e futuro

Gli artisti appartenenti a tale gruppo dichiaravano il loro impegno nel restituire alla pittura lo slancio e la violenza derivata da una visione della tragicità della condizione umana legata anche agli aspetti della vita moderna, attraverso un linguaggio spontaneo e reale, rendendo così la pittura incisiva, immediata ed a volte anche eccessiva. Il colore veniva usato per ottenere accostamenti cromatici esagerati, aspri e violenti, tanto da esasperare la carica psicologica della rappresentazione. Il gruppo si sciolse alla vigilia della prima guerra mondiale, ma molti componenti del gruppo continuarono a lavorare singolarmente, seguendo il programma stabilito dal movimento. Artista di spicco fu Kirchner, che elaborò uno stile personale basato sulle forme spigolose e stilizzate della xilografia, accompagnato da colori accesi ed accostamenti inusuali. I temi preferiti dall’artista riguardavano la vita urbana: donne alte e filiformi su strade disabitate ed instabili, personaggi del circo, ballerine e personaggi orientali, che venivano resi con segni rapidi e precisi, definiti dall’artista stesso come geroglifici.

L’architettura espressionista in Germania

In questo periodo l’architetto espressionista aspira ad un socialismo utopico con l’obiettivo di programmare una conciliazione fra le arti e le masse popolari. Le architetture progettate e realizzate con questi obiettivi hanno forme singolari e stravaganti, ricche di significati simbolici. Il materiale preferito è il vetro, in quanto permette alla fantasia di spaziare; viene usato inoltre il cristallo, anche a scopo simbolico e cabalistico Nelle loro opere si può osservare il fascino esercitato dai colori e dai rapporti spazio-temporali che questi possono suggerire; studiano le forme della natura, ammirano l’architettura gotica e barocca e contemporaneamente vengono affascinati dalla cultura indiana e dai paesi orientali. Esiste uno stretto rapporto tra la situazione politica-economica in Germania dopo il conflitto mondiale e l’affermazione dell’espressionismo in architettura. La crisi nel settore edilizio genera disoccupazione fra gli architetti, che si avvicinano sempre più ai gruppi d’avanguardia diventando attivisti nei programmi di radicale trasformazione del paese. In una situazione politica di grande incertezza si forma nel 1919 la repubblica democratica di Weimar. Uno dei massimi esponenti dell’architettura espressionista è Bruno Taut, che realizza per l’esposizione a Colonia del 1914 un padiglione definito Casa del vetro in cui esprime il mito riposto in questo materiale, visto come mezzo per sviluppare una nuova coscienza nell’uomo moderno. Altro architetto importante di questo periodo fu Erich Mendelsohn, che percorre la strada dell’unità fra materia e spirito, fra invenzione scultorea e suggestione spaziale. Nel binomio forma-spirito egli inserisce le possibilità strutturali dei nuovi materiali che venivano sperimentate soprattutto in quel periodo. Alla spontaneità della forma sostituisce un atteggiamento sperimentale verso il comportamento strutturale del cemento e del ferro. La forma plastica in cui maggiormente si concretizza la sua volontà è la Torre Einstein costruita a Potsdam per offrire al famoso scienziato un osservatorio ed un laboratorio di astrofisica. La forma sinuosa della torre parte dal terreno e si insinua morbidamente nello spazio in modo spontaneo e del tutto naturale.


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